Come già accennato in precedenza, i paramenti sacri sono tutti quei capi di abbigliamento e quegli accessori utili per chi fa parte del clero, ideali sia per la vita di tutti i giorni che per le cerimonie solenni. Ma qual è il loro vero significato? E quali sono le loro caratteristiche?
I paramenti sacri sono accessori indispensabili per tutti coloro che guidano una qualsiasi funzione religiosa e intendono coinvolgere i fedeli in un discorso del genere. Noti anche con la denominazione di paramenti liturgici, nascondono un significato molto profondo per chi crede. Prima di tutto, essi si differenziano rispetto ai classici abiti che i membri del clero indossano in quanto sono utilizzati soltanto durante le liturgie solenni, e non nel corso degli eventi quotidiani. Inoltre, la colorazione di alcuni di essi varia in base al periodo dell'anno liturgico nel quale vengono indossati. Stiamo parlando di prodotti dal forte impatto scenico, capaci di rendere una Santa Messa o qualsiasi altra celebrazione ancora più significativa.
Quali sono le colorazioni dei paramenti sacri? Come accennato nelle righe precedenti, esse variano in base al periodo dell'anno liturgico nel quale vengono indossati. Ci concentriamo su tutto ciò che riguarda il rito romano, la cui ultima riforma risale al 1969 per opera del pontefice Paolo VI.
Il colore verde viene utilizzato di domenica e durante il tempo ordinario. I paramenti viola servono per i giorni festivi dell'Avvento e di Quaresima, per il Sabato Santo ad eccezione della veglia pasquale e per la Riconciliazione. Molto frequenti anche gli accessori di colore bianco, che va utilizzato in occasione delle Messe natalizie e pasquali, in tutte le celebrazioni del Signore e quelle mariane, nella festa di Ognissanti e in tutti i vari sacramenti, oltre ad altre giornate specifiche. I paramenti rossi servono invece nei giorni della Pentecoste, nella Domenica delle Palme, il Venerdì Santo, nella Via Crucis, nelle feste dei Martiri, della Passione e della Confermazione. Per la commemorazione e le Messe dei defunti si utilizza il colore nero, mentre il rosa può essere facoltativamente usato nella III domenica di Avvento e nella IV di Quaresima. Infine, tutti colori tranne il nero e il viola possono essere sostituiti all'occorrenza dall'oro.
Ma ora diamo un'occhiata ai paramenti sacri più utilizzati in assoluto. La veste di colore bianco più diffusa viene denominata camice, che può essere impreziosita tramite un cordone denominato cingolo. Invece la casula è un indumento che ogni sacerdote indossa in occasione di ciascuna funzione religiosa e il suo colore varia in base al momento dell'anno liturgico. Molto simile alla casula è la pianeta, anche se un po' più stretta, mentre la stola è una striscia di stoffa utilizzata dai preti. Il velo omerale è conosciuto anche con la denominazione di continenza e viene utilizzato dal sacerdote sopra il piviale, un mantello che arriva fino ai piedi. Il vescovo indossa molto spesso l'anello all'anulare, così come il zucchetto in testa per indicare la presenza dello Spirito Santo. Tale paramento viene alternato con la mitria, adottata durante le celebrazioni liturgiche.
Indossati al posto delle usuali vesti liturgiche dei preti, ovvero del pianeta o della casula, questi manti ancora oggi, come avveniva un tempo, vengono utilizzati in occasioni particolari. Secondo il rito romano, anche il vescovo e il presbitero lo possono indossare nel corso delle solenni celebrazioni. Ma non solo in queste. Infatti, il vescovo infila il piviale anche quando assiste, pur senza celebrarle, alle messe officiate da un altro ministro. Durante la consueta messa pure l'arcidiacono può metterlo indosso nell'uso di alcuni collegi ecclesiastici. Il diacono, invece, lo porta quando, al di fuori del rito della santa messa e al posto del prete, amministra il battesimo. Ma anche durante la solenne benedizione eucaristica, nell'ambito della normale funzione religiosa. Infine c'è una possibilità in cui anche una persona normale, non appartenente cioè al clero, può avere l'onore di indossare il manto dei preti officianti. E' il caso di chi si appresta a fare la prima lettura nell'ambito della santa messa solenne celebrata nella città di Milano in un'occasione davvero speciale. Ovvero, quando ad officiare è l'arcivescovo in persona. Lo prevede il rito ambrosiano. Solo in quel caso colui che proclama la prima lettura è autorizzato a indossare il piviale. Prima del Concilio Vaticano II, invece, questo paramento in via straordinaria poteva venire indossato anche dal clero minore, non solo da vescovi e preti. In alcune circostanze particolari, come ad esempio nella celebrazione dei vespri, lo portavano i salmisti quando iniziano ad intonare i salmi.
I manti dei preti officianti sono realizzati con manifatture particolarmente accurate, in virtù del fatto che è previsto di indossarli solo nelle occasioni più solenni. Sono riccamente ricamati e decorati con orli e guarnizioni di grande pregio. Alcuni di quelli realizzati nel passato sono talmente belli da essere diventati oggetti da museo, come quello del 1310 di Papa Pio II, conservato a Pienza nel Museo Diocesano d'Arte Sacra. Realizzato in lino color ocra, è interamente ricamato con filo d'argento e di seta di vari colori e riproduce storie di vita delle Vergine e di altre sante. Molto bello è anche il manto di papa Bonifacio VIII, custodito nel Museo del Tesoro del Duomo di Anagni, con ricami in oro su seta rossa. Ugualmente in seta rossa ricamata è il manto di sant'Alboino con le aquile, che si trova nel Museo diocesano di Bressanone. Sono questi alcuni esempi di pregio artistico e storico, ma ve ne sono molti altri di grande interesse che è possibile ammirare nei Musei diocesani.
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