La vita in breve e la storia di San Domenico di Guzman

San Domenico di Guzman (Spagna, 1170 - 1221) viene ricordato soprattutto per essere stato il fondatore dei Frati Predicatori, conosciuto anche come Ordine dei Domenicani, diffondendo questo nuovo ordine religioso predicando ed esercitando un apostolato di tipo intellettuale. Da sempre dimostrò di essere provvisto di compassione e amore verso le persone più deboli, fondando centri ed ospizi dediti al loro aiuto. Uno dei momenti fondamentali della sua vita è stato certamente quello di incontrare il vescovo di Osma, chiamato Diego di Azevedo, ricevendo come incarico quello di accompagnarlo in missione papale al fine di contrastare le dottrine eretiche degli albigesi: proprio in questo contesto, le sue parole furono molto efficaci, riuscendo a convertirli. Il suo ordine di predicatori riuscì a portare, nella Chiesa, diversi uomini di altissima cultura, lottando sinergicamente contro le eresie riportando l'attenzione sulla devozione e lo studio teologico, sulla fede e su Dio. La raffigurazione iconografica ed anche la statua di San Domenico di Guzman, viene raffigurata con la sua figura, munita di un libro in mano, che vuole porre l'attenzione sulla cultura evocando castità e devozione alla Madonna attraverso la presenza di un giglio bianco.

San Domenico di Guzman venne canonizzato nel 13 luglio del 1234, e si festeggia generalmente il giorno 8 agosto, ma esiste anche una ricorrenza in forma straordinaria il 4 di agosto; la sua ricorrenza viene altresì riportata laddove egli sia il santo patrono di una città: in tal caso, viene festeggiato in quel determinato giorno. Egli è il patrono degli oratori, delle cucitrici e degli astronomi, e come simboli principali gli vengono attribuiti la stessa in fronte, oppure posta sul capo, ma anche l'abito domenicano fatto con un saio bianco e cappa nera.

I miracoli di San Domenico di Guzman

Tra i principali miracoli di San Domenico di Guzman si deve necessariamente fare riferimento all'episodio del pane: ottenuto attraverso le diverse testimonianze raccolte durante il processo della sua stessa Canonizzazione, si narra che un giorno, nel convento di Bologna, dove San Domenico trascorse gli ultimi anni della sua vita, mancava il pane. San Domenico diede l'ordine di apparecchiare normalmente la tavola e si sedersi in attesa del pasto, alzando le mani al cielo e invocando la benedizione del Signore. Proprio in quel momento, due ragazzi di bell'aspetto entrarono nel convento con due cesti ricolmi di pane, e li distribuirono a ogni frate; congedandosi, i due giovani salutarono San Domenico, sparendo nella stessa maniera in cui erano apparsi. La tavola dove pranzarono venne benedetta e si conserva, tutt'oggi, nella cella appartenente al Santo, ancora parte dell'asse.
Tutt'oggi, i monaci appartenenti al suo ordine indossano ancora lo stesso saio come lo portava lui, con cappa bianca e mantella nera con cappuccio annesso.